Già…
Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe finita così?
Immagino la vostra delusione, perlomeno quella di chi mi ha seguito fin dall’inizio…beh…voi provate ad immaginare la mia delusione…anche se oramai me ne sono fatto una ragione.
E comunque da qua riparte un tipo diverso di cammino…
Io ci ho creduto in questa avventura, forse ci ho creduto troppo, ma se non ci si prova non si può sapere come andrà a finire.
Nelle 3-4 settimane successive allo stop forzato del mio cammino, dovuto alla mancanza di fondi e all’assoluto niente di nuovo sul fronte sponsor o soldi dovuti dalla mia precedente vita Irlandese, ho continuato a crederci.
Mi dicevo…vedrai che qualcosa si muove…vedrai che almeno una delle centinaia di email che hai mandato impietosirà qualcuno e troverai chi ti sponsorizza ulteriormente, vedrai che i tuoi crediti dall’Irlanda arriveranno, nonostante la crisi…macché…nada…
All’inizio della quarta settimana di pausa, il sogno di portare a termine comunque e ad ogni costo la mia impresa ha cominciato a svanire lentamente fino a che si e spento del tutto…
Forse avrei potuto fare di più, che ne so, sbattermi ed organizzare un evento per raccogliere fondi, oppure cercare contributi in direzioni diverse da quelle percorse finora, non c’è dubbio, ma se non ho fatto di più vuol dire che va bene così…
E’ stata dura!
Per chi si ricorda di quella volta che me ne andai in Australia per rimanerci e siccome c’erano troppi cavilli burocratici me ne dovetti tornare in Italia dopo 2 mesi con la coda tra le gambe, ecco…questo è stato qualcosa di molto simile, solo che stavolta non sono dovuto tornare perché qua già ci stavo.
E stata dura, fermarsi dopo tanto camminare, risvegliarsi nello stesso letto tutti i giorni dopo aver bivaccato e dormito ovunque, non avere l’orizzonte la davanti ad attendermi, non avere un posto dove arrivare prima di sera…incontrare la stessa gente tutti i giorni invece di perfetti sconosciuti…guardare fuori dalla finestra e vedere lo stesso paesaggio.
Anche se sono stato on the road solo per un mese, credo di aver capito abbastanza bene cosa significhi viaggiare a piedi.
E’ tutta un altra cosa, è tutto un altro viaggiare, è come leggere un bel libro pagina per pagina, con la curiosità di sapere come va a finire, e dopo un po e difficile farne a meno.
E’ come guardare fuori dal finestrino di un treno che va al rallentatore, le immagini che passano lente e si ha il tempo di coglierne le sfumature, di vedere quello che di solito, viaggiando a velocità di crociera, ci sfugge come quando passando accanto ad un bel panorama ci si sporge finché un albero o una collina ci nascondono quello che stavamo ammirando e quello che ci è sfuggito non ci resta che immaginarcelo…a piedi basta fermarsi e non serve immaginare nulla, è tutto li davanti a te!
Viaggiare a piedi ti consente di apprezzare la bellezza della natura in ogni minimo dettaglio, di chiacchierare con degli sconosciuti, di sentire i propri passi che ti portano da qualche parte, cosa alla quale non facciamo quasi più caso da che siamo divenuti motorizzati…chi li ascolta più i propri passi?
Gli odori, il profumo dei fiori, i rumori degli insetti che ronzano nei prati, i cani che abbaiano…ma anche il frastuono dei TIR che ti sfrecciano accanto sulla Cassia e il martellare degli scavatori quando oltrepassi una cava, lo smog delle statali e il fango che ti schizzano le auto dopo un acquazzone…
Sensazioni indescrivibili, bisogna provarle.
Dicevo che è stata dura, come quella volta che ho rinunciato all’Australia, ma forse pensandoci bene, non così dura…
Lasciando un cammino ne ho iniziati altri che mi hanno aiutato a superare il momento di sconforto.
Ho continuato a camminare per monti e campagne per non perdere le sensazioni appena trovate durante il viaggio, accompagnato di volta in volta da fratello, nipote, cane e amici vari.
Ho ripreso a praticare regolarmente la speleologia che avevo abbandonato da quando mi ero trasferito in Irlanda, partecipando a tutte le uscite del corso speleo di quest’ultimo mese.
Con gli amici speleologi, vecchi e nuovi, mi sono immerso nuovamente in una delle attività che mi ha sempre dato tante soddisfazioni, e sempre con alcuni di loro ho iniziato ad avvicinarmi e ad esplorare nuovi mondi come la botanica e la ricerca di fossili in cava.
Prossimamente si andrà a cercare l’oro col setaccio!
Abbiamo iniziato ad organizzare visite guidate in grotta ed in miniera per la prossima estate, ma non solo…ad ogni incontro spunta una nuova idea…e ne abbiamo molte in cantiere.
Ho dato il mio piccolo contributo, con immenso piacere, ai più vari e disparati progetti tra i quali le riprese per il videoclip “My favourite waltz” di Lalla, con l’ormai consolidato gruppo di tecnici, nonché grandi amici, della Frame Lab e ho partecipato per la prima volta sabato scorso, all’interessantissimo “Progetto Fontane” dell’amico Stefano e compagnia bella, e dico bella perché raramente si incontrano persone così…
Mi sono trasformato in Alberto-mani di forbice aiutando l’amico Patrick nel suo lavoro di giardiniere, riscoprendo il gusto del lavoro manuale e all’aria aperta, che un po avevo perso a Dublino, tranne nelle rare occasioni che mi hanno visto “giardiniere per caso” nel ambito del mio lavoro come assistente per anziani.
Non sono mancate serate e uscite a tema.
Ovviamente chi mi conosce sa che i miei temi preferiti sono buona musica, buona birra, buon vino e buon cibo rigorosamente in buona compagnia…non sono certo mancate le occasioni.
Insomma…che mi manca?
Beh…siccome l’uomo è per natura difficile da accontentare, direi che per qualcosa di trovato o ritrovato, mi sono perso qualcos’altro.
Ci tenevo veramente ad arrivare in Portogallo per fine Luglio, e ci tenevo a farlo sopratutto per me stesso, anche se ovviamente mi sarebbe poi piaciuto raccontarlo ad altri.
Parte essenziale del viaggio è anche condividerne le esperienze, i retroscena, le sensazioni con chi vuole ascoltare, e un po mi dispiace che non lo potrò più fare.
Non mancheranno certo le occasioni per riprovarci e non mancheranno altri viaggi, chissà per dove e chissà in che modo…mi mancherà non aver centrato un obbiettivo come questo con tutti i significati che gli avevo attribuito.
Comunque visto che con i se non si va da nessuna parte, meglio far tesoro dell’esperienza di un mese passato “per strada” e iniziare a pensare ad altri obbiettivi.
Non è detto che se avessi avuto i mezzi per portare a termine questo cammino, ce l’avrei fatta ad arivare…tante cose potevano succedere, come ad esempio la storta che ho preso al ginocchio domenica scorsa durante l’ultima uscita del corso speleo.
Oggi ho dovuto andare in cantina a recuperare le stampelle che mi ero portato dall’Irlanda qualche anno fa quando mi ruppi un alluce…
Ho un ginocchio gonfio come un melone…chissà…se avessi continuato il mio viaggio domenica mi sarei potuto trovare sui Pirenei e il mio ginocchio avrebbe ceduto all’improvviso, e allora si che sarebbe stata dura…ritirarsi a poco più di un mese dal traguardo. Una vera disfatta! Beh, adesso e facile dirlo, ma forse è stato meglio così…o forse no?
E adesso?
Io continuerò a raccontarvi di altri cammini, miei e di altri, piccoli e grandi, fisici e mentali.
L’importante come dice il saggio, e me lo disse anche Roberto di Sinalunga che saggio lo è davvero, è avere sempre un obbiettivo da raggiungere, piccolo o grande che sia.
Vi chiedo scusa per avervi e per essermi illuso che ce l’avrei fatta ad arrivare fin dove mi ero prefisso.
Chiedo scusa anche a Cristo e a Kurt Cobain per il titolo che non c’entra nulla…però suonava bene…
Il prossimo passo sarà più corto della gamba, ammesso che il ginocchio me lo conceda!
cazzo Albe! che peccato!! ma sono sicuro che anche se non sei arrivato a destinazione, ti sei goduto il viaggio…finché è potuto durare…ti stimo!
Grazie Bacca!
L’importante è continuare a viaggiare in un modo o nell’altro.
Finché è durata me la sono goduta 🙂
Se vedemo presto, mi manca troppo Madrid per non venire a trovarti!
Spiace molto anche a me Alberto, che tu non abbia potuto portare a termine il tuo progetto ma non è mai detta l’ultima parola. …e poi guarda quanti altri progetti saltano fuori quando meno te li aspetti, forse è finita così perchè eri destinato ad altro, magari addirittura meglio.
In ogni caso nel “Progetto fontane” sei sempre il benvenuto.
Auguri per il ginocchio!
Il “Progetto Fontane” è stata davvero una di queste sorprese inaspettate, così come altre ce ne sono state in questo periodo…
La vita è fatta di percorsi che ad un certo punto presentano un bivio: uno sceglie la strada che magari non era quella prefissa, magari crede che sia una scorciatoia, oppure è quella che si presenta più facile o in discesa o meno tortuosa.
Oppure anche sapendo che si sta per prendere la strada sbagliata, uno corre il rischio e si inoltra nell’ignoto, magari spinto dalla curiosità ma anche perché si è perso…o forse non la sceglie quella strada ma la deve percorrere perché l’altra è bloccata da un macigno…
Ecco, la strada che uno prende a quel bivio, anche se lui non lo sa ancora, è il destino.
Perché è in quella direzione che si va, consapevolmente o meno, ma inesorabilmente.
Appena il ginocchio deciderà di sostenermi di nuovo nei miei vagabondaggi sarò ben lieto di partecipare ancora al progetto fontane 🙂
Caro Al !
ebbene sì , non sempre le cose vanno secondo i nostri piani … anzi quasi mai … ma questo non vuol dire che non arriveremo alle nostre mete . quante volte ci sembra che la strada che stiamo percorrendo devi e si allontani da ciò a cui puntiamo , e poi tutto d’un tratto , proprio lì dietro l’angolo, ecco il nostro traguardo ! esistono tante strade per raggiungere la stessa meta.
Ma la cosa più sorprendente è che possiamo raggiungere degli obbiettivi alla partenza inimmaginabili ! è una meraviglia che la vita ci riservi ogni giorno delle sorprese … altrimenti non sarebbe VITA ! accettare questo anche nelle occasioni (apparentemente) negative ,non è rassegnazione nè falsa consolazione poichè mirare ad un traguardo è fondamentale , ma spesso nemmeno noi ci rendiamo conto che quello non è il nostro VERO obiettivo, ma esso ci viene rivelato mano a mano lungo il percorso …
d’altra parte proprio rileggendo la tua citazione di Miller è innegabile che anche questa esperienza ti ha dato un’altro modo di vedere le cose , tu stesso lo descrivi…
ebbene , io credo che se tu sei destinato a camminare lo farai in un modo o nell’altro … e comunque, solo chi non si mette in gioco giorno dopo giorno è veramente “fermo” !
un abbraccio
Ecco, appunto…avrei potuto rispondere a due post con un commento visto che quanto detto sopra a Stefano vale anche qui 🙂
Però visto che si tratta di te Sara, cioè della persona che senza dubbio mi ha seguito di più in assoluto, lo dicono le statistiche del blog, ci sono gli indirizzi di chi passa anche solo con un click e tu ci sei passata con una media di più di una volta al giorno, (potrei anche dirti, se ti ricordi ancora il nostro dialetto: “Che butep! G’et piö nient de fa töt al de?”) ecco, siccome sei tu, c’è una altra cosa che ci tengo a farti e farvi sapere: da che ho abbandonato (momentaneamente, perché ci saranno altre occasioni) il progetto di andare a piedi, “a piedi” poi ci sono rimasti quelli come te che mi leggevano tutti i giorni, e un po mi sento in colpa per questo…mea culpa!
Uno prende un impegno e dovrebbe portarlo a termine!
Sarebbe come se ti compri un libro e poi a un certo punto mentre lo stai leggendo, le pagine diventano bianche e non si sa più come va a finire…mandi a quel paese lo scrittore no?
D’altro canto, è anche grazie a questo blog che ci siamo ritrovati e abbiamo ricominciato a chiacchierare a distanza di anni quindi è valsa la pena scrivere un libro anche se finisce a metà…o volendo vederla in maniera più rocambolesca, un libro che si trasforma, che ne so…da un libro d’avventura in un romanzo rosa…o in un giornaletto a fumetti…hi hi hi…
Beh, adesso come direbbe l’amica Paola me le sto cantando un po troppo neh…?
Torniamo con i piedi per terra…
Grazie Sara e grazie a tutti quelli che mi hanno seguito, addio mondo crudele…vado a suicidarmi con una sigaretta…c’è scritto sul pacchetto del tabacco…il fumo uccide!
Pota…
🙂
Per evitare di creare dipendenza in qualcuno dei miei fidi lettori, magari da ora scriverò con meno frequenza.
AHAHHAHAHHAHHA !!! ok farò una cura di disintossicazione dal tuo blog !!! ahahahahah !!!! lavoro , lavoro … altro che butep ! se non fossi costretta dal lavoro a stare attaccata a questo computer saprei bene come impiegare meglio il mio tempo … soprattutto con questo mare che ho di fronte ora che ci sono 38 gradi …
ciaoooooooooooo
Ti capisco, anch’io che non so nuotare entrerei in acqua con 38 gradi…non ti disintossicare completamente però!
Ciao bella!
Ciao Alberto, ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti a Rieti, da Rita Giovannelli, all’inizio del tuo viaggio. Mi dispiace che il tuo percorso sia finito prima di arrivare alla meta, ma credo che forse doveva andare così, quindi non stare a pensarci troppo, le cose secondo me vanno come debbono andare, non si può programmare tutto. E poi chissà quante cose belle ti riserva la vita “sedentaria”… cerca di concentrarti su quelle… A presto, Alessia. Cerca di tornare a trovarci a Rieti, ti aspettiamo.
Ciao Alessia 🙂
Eh, purtroppo è vero…si possono pianificare le cose come ho fatto io per mesi, e poi tutto va diversamente da come previsto.
L’esperienza è stata comunque fantastica, almeno fino a quando è durata.
Mi dispiace che sia finita prima del dovuto, e mi dispiace sopratutto per chi, come te per esempio, mi seguiva…penso che alla fine sia questa la cosa che più mi dispiace: aver deluso altri…fa un parte del mio carattere…
Per quanto mi riguarda prendo le cose con filosofia da che son nato, magari un momento di sconforto c’è stato ma poi me ne sono fatto una ragione e ho guardato avanti.
Se è andata così vuol dire che c’era dell’altro in serbo per il futuro.
Non so per quanto questo futuro sarà sedentario, faccio fatica a mettere radici, ma ad ogni modo c’è sempre un cammino da fare, anche se fatto solo con la mente.
Tra le cose positive che mi sono succese da che mi sono fermato, c’è stata la ripresa dell’attività con il gruppo speleologico di qui faccio parte.
Ho parlato loro di Rieti sotterranea e sono sicuro che tra un impegno e l’altro riusciremo a farci una capatina prima o poi.
Quindi ci vedremo sicuramente in quell’occasione.
Un abbraccio a te e anche a Rita, a presto!